Ma il Papeete quando chiude????

Alle 19:12 di questa sera la mia amica Ilaria mi scrive su what’sup.
Ciao Coccia, come va?

E come va?
Vediamo. Da dove comincio.


Dall’inizio direi. Da venerdì’.

Lui parte. Anzi RI-parte, per l’ennesima volta. Direzione Milano Marittima.
Sì mio marito è più giovane di me. Ma non così giovane.
E’ solo che ha un gruppo di amici irriducibili che sono single, a 35 anni suonati, e che quindi hanno deciso di intraprendere la carriera dei Compagni di Merende.
Il resto del gruppo è fatto di ammogliati malinconici che per fingere che nulla sia cambiato colgono al balzo le occasioni delle ‘merende’ appunto.
A noi mogli l’ingrato compito di sopportare il menage domestico sperando che almeno loro non facciano lo ‘spuntino’.
Perché noi lo sappiamo che non abbiamo nulla da temere. Non è il caso di cedere alla gelosia.
Cioè la loro ‘non è proprio fame….è più voglia di qualcosa di buono’.
E quindi li aspettiamo a braccia aperte con scorte di Kinder Bueno che ovviamente non mangiamo sennò diventiamo tutte ciccia e brufoli.

Comunque.
Io devo confessare che la fase ‘terrore delle corna’ è passata.
Davvero. Forse per stanchezza più che per convinzione.
O semplicemente perché è iniziata quella successiva.
Quella del ‘terrore della solitudine’.
Cioè, io quando so che mio marito deve partire per 3 giorni mi pietrifico all’immagine del culo mastodontico che mi devo fare da sola a casa.
Fatti un maggiordomo direte voi. Almeno non ci devi discutere su come si educano i figli e non gli devi riordinare i panni sporchi seminati in giro.
Ma il fatto è che io lo amo davvero mio marito.
Per un’infinità di cose.
Non è che senza non funzioni, ma con lui funziono meglio. Funziona meglio tutta la famiglia.
Figuratevi che io manco riesco a dormire senza di lui.
Quindi li volete avere i dettagli di questo week-end di sangue? Eccoli.

Venerdì pomeriggio prendo Lorenzo all’asilo e me ne sto a casa a farlo giocare in giardino con un amichetto.
Soluzione perfetta direi. Loro si divertono. Tu non fai la maratona per parchi e quindi hai speranze di arrivare alla sera in una condizione diversa da quella di uno straccio. E infatti ci arrivi che sei un fiore.
Riesci a fare i bagnetti e ad improntare una cenetta niente male in 20 minuti manco fossi la Parodi.
Non sei truccata e salariata come lei ma hai lo stesso sorriso benevolo e quindi pensi che tutto è possibile. Ce la farai. Si tratta solo di un week-end!
I bimbi vanno a dormire. Tu riesci anche a farti una doccia e dopo solo 4 minuti di visione del telegiornale decidi che è meglio non strafare e di avvantaggiarti di sonno per i giorni a venire.
La notte va così così.
Kiko si sveglia quelle due-tre volte ululando seduto in mezzo al letto come se non avesse assolutamente idea di quale forza malefica lo abbia portato in quel luogo sconosciuto e inospitale. Con l’aggravante che ora non hai più le armi della salvezza ciuccio-tetta per sedarlo.
Tu d’altronde dormi con un occhio chiuso e uno aperto. Tieni la luce accesa in salone e fai il giro della casa almeno una volta in piena notte per verificare se qualcuno, entrato magari prima dell’inserimento dell’allarme, durante il giorno, e rimasto in attesa per una dozzina di ore, non si sia nascosto dietro una porta proprio per  poi saltar fuori e…..boh, non lo so, però intanto controllo.

Nonostante tutto ti svegli col sorriso.
E così fanno i tuoi figli. Il che aiuta. Anzi, diciamocelo, è fondamentale.
Perchè se alla tre giorni ‘ragazza-madre’ ci aggiungi anche capricci, febbri, lagne e nervosismi hai diritto alla santificazione per direttissima.
Resisti anche di fronte alla contrizione del messaggio che tuo marito ti ha inviato alle 3:40 e che alza bandierina bianca annunciando che stanchi e annoiati i Compagni di Merende se ne vanno DI GIA’ al letto. Resisti perchè lui alle 9 ti chiama, lamentandosi che è DI GIA’ sveglio,’ uffa cheppalle, dormire solo 6 ore, ora sono stanco e ciancicato. Ma cos’hai amore, ti sento strana’.
Tu resisti. E non gli rispondi che ti sembra un po’ assurdo che abbia dovuto fare 500 km e pagare centinaia di euro per alzarsi col rodimento da poco sonno.
C’è già casa per questo. Non gli rispondi che non sei strana. Semplicemente con una mano stai tenendo il telefono, con l’altra il telecomando per mettere i cartoni animati, mentre con gli occhi monitori che il piccolo gattonando non si fiondi dalle scale e col cervello ripassi le cose che ci sono ancora da fare prima di uscire e quelle che hai fatto. DI GIA’.
Ma tu ormai hai la seraficità di monna lisa e quindi sei anche dolce affabile per telefono. Resisti.
E poi la mattina è calda e assolata. Colazioni, poppate, lavamenti, vestizioni e impacchettamenti pre-uscita vanno alla grande.
Il programma della giornata è succulento.
Tua suocera ti ha invitato a pranzo. Lo fa spesso il sabato, perché ti vuole bene, adora i bimbi e rendersi utile.
Questo sabato, però, si sente anche fondamentalmente in colpa di avere un figlio che ha come hobby il Bunga Bunga e quindi condisce con i) babysitting pre-pranzo e ii) cena al sacco pronta! Fantastica. Poi il pomeriggio c’è la festa al parco di Nicholas, proprio dietro casa dei nonni. Perfetto.

Tu gridi già vittoria perché così il sabato non può che volare e resta solo la domenica da affrontare.
E infatti al parco ti diverti e i bimbi stanno benissimo.
Hai i piedi più neri di un fachiro dopo una passeggiata sui carboni ardenti e sei più appiccicaticcia di un chupa chups a  forza di giocare a nascondino però si sa, questa è la vita con i bimbi. Sporchi e felici è un compromesso che sei orgogliosissima di sottoscrivere.
Evvai. Che bello. Contenti, stanchi e sazi è ora di apprestarsi verso casa. Anche questa giornata è andata.
Ma poi. Poi succede che quando arrivi alla boa devi necessariamente tornare indietro. E la corrente cambia con la direzione.

Ti sei dimenticata della regola d’oro della vita da mamma. Quella del 50-50.
E che non dice che le cose hanno il 50% delle possibilità di andare bene e il 50% di andare male.
No. Dice che le cose ANDRANNO per il 50% bene e per il 50% male.
Alle 18.20 mentre raccatti scarpe, borsa, cappellini e giochi per andare via dal parco vedi la fila innaturalmente ferma delle macchine sulla strada che ti separa da casa. Ti ricordi che è il 2 Giugno.
Che per te che sei mamma è il giorno del compleanno di Niki, del ‘chebbelloabbiamodafareancheilpomeriggiocosìlagiornatapassaedomanitornapapà’. Mentre per tutto il mondo è il giorno della festa della Repubblica. E le fecce tricolore si esercitano praticamente dietro l’angolo.

Fortunatamente al secondo figlio ormai lo sai che è una cazzata affrontare una fila in macchina se sei pericolosamente vicina alla zona rossa per eccellenza, quella della pappa. E quindi decidi di tirare fuori la cena al sacco che tua suocera ha preparato e di improvvisare un picnic in attesa del deflusso del traffico.
‘Fortunatamente’ per i bimbi, si intende.
Ma non per te. Che in barba ai picnic a base di gocciole e pandistelle Mulino Bianco hai dato i tagliolini all’amatriciana a tuo figlio di 11 mesi, nel passeggino, mentre lui si esaltava a modellare con le mani lo spezzatino all’olio e rosmarino orgogliosissimo della manipolazione e di tutte le patacche connesse, e mentre l’altro cenava a basa di Puff, eccitato dal banchetto della festa e completamente disinteressato a qualsiasi principio nutritivo salutare.
Ma dov’è Antonio Banderas col pane caldo e la tovaglia di pizzo macramè cribbio.
Alla fine dell’esperimento siete più sporchi di Napoli in emergenza rifiuti.
E come a Napoli vi servono gli inceneritori per ripulirivi.
Torni a casa alle otto e mezza passate.
Quella che ti spinge a fare ANCHE i bagnetti non è forza ma ripugnanza.
Latte di vacca e di tetta per stimolare le endorfine e finalmente i pargoli sono KO.
Vorresti gettare la spugna anche tu ma sei come Balboa…non fa male, no, non fa male. E quindi ti dai anche alle lavatrici post-zingarata.
Nooo, non fa male.

La notte va come quella precedente.
Solo che tu non hai le spalle di una volta. Tu lo sai che non hai più vent’anni, a differenza di tuo marito, e il bis pesa, come i bis di dolce  a fine pasto.
Ora per smaltirli ci metti un secolo. E i nuovi cuscinetti di cellulite ti ricordano che neanche quello basta.
Quindi ti sollevi dal letto al grido di ‘mamma’, che arriva puntuale alle 7:19, ma i tuoi occhi restano chiusi e cisposi.
Hai la tachicardia da stanchezza e l’affanno di un asmatico.
Insomma la giornata inizia col fiatone.
E’ per questo che ti convinci che andare al mare è una buonissima idea.
Si sta più freschi che a casa, i bimbi si auto-intrattengono, e soprattutto ci sono sia mamma che zia, il che vuol dire pranzo pronto e una mano assicurata.
Dai, ce la puoi fare, resisti.
Devi solo preparare una borsa che sembra una valigia, con cambi per evenienza bagnato-freddo-caldo, creme, asciugamani, costumi, pannolini, biberon, pappa, merenda, parei para-sonno, pupazzi delle ninne e ciabattine. Uff…e meno male che i giochi già stanno al mare.
Ah, dimenticavo. Il costume per me.
Comunque, fai tappa a prendere in prestito un passeggino d’emergenza, visto che l’altro l’hai centrifugato la sera prima, e finalmente, dopo appena 30 minuti di girotondo attorno allo stabilimento per trovare parcheggio arrivi in spiaggia. Ste cazzo di frecce tricolore le odio.
Le odio tanto. Ma mai quanto arrivo a detestarle qualche ora dopo.

Quando inizia lo spettacolo ad accelerazione G, quella che oltre alla barriera del suono rompe essenzialmente le balle a tutte le mamme.
Io ho passato il tempo tra le 14:00 e le 17:00 con Kiko attaccato ad una tetra e Lorenzo seduto su una gamba, immobilizzato dalle mani di mia zia che gli premevano sui timpani.
Ad ogni passaggio di aereo il primo tremava perdendo la bussola del capezzolo, e il secondo urlava di paura impedendo a mia zia anche di sistemarsi il costume che le stava pericolosamente scivolando di dosso.
Se non mi fosse venuto da piangere mi sarei messa a ridere.
Quando tutto finisce è esaurito anche Federico che crolla in un sonno da sfinimento bloccandoci al mare fino alle 18:30.
Vabbè, poco male mi dico, tanto lui sta per tornare dal week-end di bagordi. Ci troviamo giusti giusti a casa per la cena tutti insieme.
Si certo. E le frecce? Dove le metti le frecce?

Ostia è più congestionata di un culo dopo la prima volta di sole integrale.
Venti minuti. Venti minuti per fare 20 metri.
Ora, tu e i numeri non siete mai stati amici intimi, ma hai quella confidenza necessaria per capire che E’ LA FINE!!
In un lampo di lucidità chiami tuo marito, che ha la voce di un fattone dilaniato dalla risacca, e gli intimi di prendere lo scooter e raggiungerti (contro traffico ovviamente) perché è il caso di fermarsi a mangiare nella trattoria più vicina in attesa che la transumanza finisca.
Curt Cobain arriva tempestivo.
Ti trova in mezzo alla strada a cambiare Kiko che oggi ha deciso di cagare in orario apertitivo, peccato che i pannolini siano finiti, ma chi se ne importa, meglio una pipì addosso che quel tanfo per 30 secondi di più. La macchina è parcheggiata con lo sportello aperto. Perché ovviamente Lorenzo è crollato al minuto 1 in macchina e ora dorme il sonno dei giusti. Quello che non ti svegliano neanche…neanche….neanche le frecce tricolore.
Insomma sembri una nomade. E il prendisole che hai ancora addosso visto che hai lasciato fare la doccia a tutti, bagnino compreso, ma non te la sei fatta tu, aiuta.
Ora, il programma è azzeccato.
Perchè effetivamente un’ora dopo il traffico non ci sarà più e arriverete a casa in un lampo.
Se non fosse che, non so i vostri, ma mio figlio se lo svegli a sonno appena iniziato diventa una belva.
A parte le camice rotte e il verde diffuso non ha nulla da invidiare all’incredibile Hulk.
Ve lo giuro.
Ci vogliono venti minuti buoni per farlo smettere di urlare cose deliranti e senza senso, rigorosamente con gli occhi ancora chiusi.
Due camerieri si avvicendano al tavolo tentando l’ingenua via del ‘guarda un pò che bella questa penna campione!’.
Il ruggito che li investe uccide ogni ulteriore spirito di iniziativa e la voglia di procreare per il resto della vita.
Non veniamo genitlmente fatti accomodare fuori semplicemente perché il locale è ancora vuoto.
E i prossimi avventori che lo riempiranno sono una famiglia di sventurati come noi fuggita miracolosamente ai tentacoli di lamiera.
Quando alla centesima proposta capisci che PATATINE E KETCHUP sono la password per sbloccare Lorenzo da un attacco di panico, allora cominci, e badate bene, dico COMINCI, a dare i primi segni di cedimento nervoso.
E diciamocelo, senza rimorso.
Perché adesso c’è anche lui a tenere la situazione sotto controllo e quindi si torna ad un avvicendamento sano per il corpo e per la mente.

E proprio in questo momento, succede che cade quella fatidica gocciolina.
Quella prima della quale tutto è TANTO ma dopo la quale diventa TROPPO.

Il cameriere si avvicina per prendere le ordinazioni. Tu stai cercando di capire come nutrire in maniera dignitosa il più piccolo visto che per patatine e ketchup ti sembra presto. Al contempo, come mangiare qualcosa di gradito anche a voi grandi e non spendere un’assurdità in mezze-porzioni-prezzo-trequarti.
Lui, Curt, ostenta invece la calma mista a noncuranza tipica dei padri di ritorno da un viaggio.
E vabbè, si mangerà anche lui un pezzo di pizza alla diavola, che vuoi che sia, non morirà mica.

Ti parte il labbruccio tremulo da principio di paresi.
Il cameriere se ne accorge.
Appunta ossequioso, per non dire intimorito, quello che gli detti e poi fa quello che non doveva fare.
Si gira verso tuo marito e con aria complice gli chiede: ‘e lei, uomo paziente, che cosa prende?’.

MA ALLORA ME VOLETE FA’ ‘NCAZZA’!!!!!!!!!

LUI NON E’ UN UOMO PAZIENTE!
LUI E’ UN BAMBINO CRESCIUTO APPENA TORNATO DA UNA TRE GIORNI DI RHUM E CUBISTE NEL LUOGO DI PERDIZIONE DELLE TRE P, PAPEE
TE-PINETA-PACIFICO. SI LA QUARTA STA PER PUTTANE MA HO VOLUTO EVITARE IL TURPOLQUIO.
E LA QUI PRESENTE ESAURITA E’ COLEI CHE E’ RIMASTA A CASA A SMAZZARSI I BIMBI CON TANTO DI INGORGHI PER STE MINCHIA DI FRECCE TRICOLORE!!!!
E’ CHIAROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO????

Il brutto, che è anche un pò il bello, è che questa cosa io non l’ho solo pensata.
L’ho anche detta. Ad alta voce e abbastanza letteralmente.

La più grande soddisfazione è stato l’imbarazzo dipinto sulla faccia del cameriere che paonazzo ha guardato mio marito chiedendogli se fosse vero.
E ovviamente il silenzio di Alessandro che ha dignitosamente incassato e portato a casa.

Peccato, ero quasi riuscita a compiere l’impossibile.
L’intero week-end senza eruzioni da casalinga disperata.
E però ditelo, con una tentazione del genere come fai a non cedere cazzarola?!?

Il tutto per dare la seguente chicca alla mia amica Ilaria.
Questa l’agenda di Giugno 2012: dall’1 al 3 Milano Marittima. Dal 5 all’8 Ginevra. Dal 29 al primo Luglio Ibiza.

Ecco Ila.
Ora sai quando NON DEVI CHIEDERMI ‘COCCIA ALLORA COME VA?’

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Avatar di Ilaria Ilaria ha detto:

    Messaggio ricevuto! Posso in cambio chiedere “allora come va?” a tuo marito il weekend del 20 luglio, quando tu sarai a Ibiza senza famiglia al seguito? 🙂

  2. Avatar di Vale Vale ha detto:

    Mia cara Coccia come ti capisco!
    Mio marito, perenne e inguaribile peter pan questo we è stato a Bologna per seguire la sua passione: il football americano. Che prevedeva partenza il sabato mattina e rientro la notte della domenica.
    Quindi il sabato mattina mentre io organizzavo le cose per la mia giornata, tutto il giorno al mare con le bimbe e poi cena al Mc dei parchi della colombo senza ripassare per casa, lui si preparava lo zainetto per partire.
    Detta così non da l’idea della scena:
    IO: prepara pranzo per Claudia e Viola – prepara merenda per Claudia e Viola – prepara cena per Viola che ovviamente avendo 9 mesi non può certo cibarsi di Happy Meal – prepara cambi vari a seconda della temperatura della sera – prendi pannolini, creme x cambi, shampoo, creme solari. Tutte ste cose infilale ad incastro tipo tetris dentro mega borsone mare che avrà pesato 15 kg…  borsone che se avessi provato a farlo imbarcare su un volo low cost mi avrebbero chiuso la scaletta dell’aereo in faccia!!!!
    LUI: prepara sto zainetto chiedendomi anche dov’è il suo cappello dei Marines e chiedendomi consigli su cosa infilarci.
    Quindi morale della favola ho dovuto organizzare oltre le mie bimbe anche il mio bimbo “uomo di 38 anni” che mi impegna più delle piccolette!!!!!
    Finita la fase della preparazione esco di casa con passeggino con viola dentro, borsone poggiato sul passeggino e Claudia per mano.
    Prendo la macchina: carico passeggino, carico il borsone, metto Viola nel seggiolino e faccio salire Claudia davanti per non sentire lagne già alle 10 di mattine e la lego con la cintura.
    Parto felice e spensierata … ma Ostia è tutta off limits per sto cavolo de air show, sul lungo mare più vigili che palme, tutto transennato. Una domanda a questo punto sorge spontanea: e io la macchina dove la metto???? Ovviamente inculonia…. Quindi per arrivare al mare tre ore e il mio sorriso già inizia a diventare più teso.
     Al mare trovo già le mie amiche che per fortuna si sono offerte di aiutarmi nel caso abbia necessità di dividermi tra le mie due figlie… ma anche loro hanno figli quindi dita incrociate sugli incastri.
    Fortunatamente la mattinata va liscia, pranzo compreso.
    Ma ecco che subito dopo pranzo inizia la festa degli aerei e centro della festa indovinate dov’è??? Al mitico capanno!!! Tutto intorno lo stabilimento decine di megafoni che spiegano a gran voce le fantasmagoriche figure che i caccia stanno compiendo in volo. Quindi oltre il rombo incredibile e assordante dei MIG anche la radiocronaca spacca timpani e spacca palle x 4 ore consecutive… alle 17.00 le mie orecchie e il mio cervello chedevano pietosamente silenzio.
    Per fortuna Viola ha dormito 2 ore con tutto il frastuono (che per lei forse è più una nenia visto che ama addormentarsi col suono di aspirapolvere e phon!!!) e Claudia non ha avuto nessun turbamento!!!
    Cmq ore 18.00 inizia altra fase: doccia, vestizione, e ritorno alla macchina x dirigerci con bimbi festanti ai parchi della colombo x giocare alle giostre e godersi cenetta al Mc.
    Ormai non è più possibile tornare in dietro sul programma e tocca sorbirci anche la fila della colombo!!!
    Cmq quasi alle 10.00 ritorniamo finalmente a casa, tutte esauste per la giornata infinita… ma Claudia prima di addormentarsi mi sussurra mamma sono felice e queste semplici parole mi hanno ripagato di ogni stanchezza.
     
    P.S. Il mio maritino è rientrato alle 7.00 di mattina e visto che era stanco morto (LUI!!!???) si è buttato a letto, mentre io ero già in piedi perché Viola pensa che la mattina ha l’oro in bocca…. Ma de chè a Viola e fattela na dormitaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!
     
     
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    Valentina Berni
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  3. Avatar di moglie di 34 moglie di 34 ha detto:

    cara lacoccia, ti dico solo che per colpa tua ieri sera ho fatto nottata… mi sono letta tutti i tuoi post in un fiato!….sono ancora qua che rido! alla fine ti ho pure tirato un po’ di accidenti perchè invece di approfittare per recuperare il sonno che mi ruba sempre il mio mostriciattolo sono stata incollata al pc..vabbè cmq meritava! 🙂

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