Lui & Lei a casa mia: le trasferte di lavoro

LE TRASFERTE DI LAVORO DI LEI.

Ore 7:45 in cucina bigliettino del buongiorno, colazione apparecchiata, cestini per la scuola già pieni, grembiule piegato vicino alle scarpe preparate all’entrata.
Telefonata del risveglio dall’imbarco prima di salire.
‘Amori di mamma vi voglio tanto bene, mi mancherete’.
Ore 10 telefonata per verificare come sia andata l’entrata a scuola.
Il che tra le righe nasconde il bisogno di appurare che siano entrati nella GIUSTA scuola (e non tipo l’uno in quella dell’altro) o che lo abbiano fatto VESTITI (cioè facciamo che il costume di Spider Man e il Pigiama siano delle eccezioni. Di creatività, ma sempre eccezioni).
Ore 11:00 what’s app con lista dei dafare prima di entrare in riunione.
‘Ti ho preparato nel primo cassetto del congelatore la cena di oggi e nel secondo quella di domani. Hai a scelta due primi e due secondi, per favore non mischiare le proteine se puoi.
E se fai la pasta te lo ripeto, la pizza e le patate veramente, non servono’.
Ore 15:00 reminder sulle attività del pomeriggio.
No, non gli puoi mandare un sms unico a inizio giornata.
La RAM è poca e funziona col meccanismo di autocancellazione a breve.
‘Mi raccomando alle 18 escono dal basket, mia mamma te li porta a casa. E la doccia non è un tema in discussione. La doccia non si negozia. Si fa.’
Ti sforzi di non essere petulante tutto il pomeriggio e il dettaglio che tanto chiami tua mamma prima, durante e dopo la lezione di sport non costituisce assolutamente un peso per la tua coscienza perché alla fine lui non lo sa.
Aspetti cena, chiami per salutare e dopo un’ora mandi messaggio di buonanotte con ‘mi raccomando a letto presto e non scordate le medicine omeopatiche già pronte in monodose col nome di ognuno e il giorno della settimana accanto al letto’.
Copia e incolla il giorno dopo.
Alla vigilia del ritorno controlli lo stato del volo, le previsioni meteo, gli avvisi di ritardo, calcoli una percentuale di aggiustamento in base a giorno della settimana e orario e comunichi: ‘ci vediamo verso le 18:15’.
Alle 18:16 citofoni, assaporando gli abbracci e le feste e pensando che forse stasera vi meritate tutti una bella pizza dopo aver lavorato tanto, ognuno nel suo piccolo.

apri e…

Non riesci a superare l’ingresso perché un dinosauro, una scarpa, il blackberry vecchio, due disegni e due succhi di frutta bevuti ti impediscono il passaggio.
Resti con trolley, chiavi di casa, occhiali da sole e borsa in mano interdetta.
Dal divano tre facce incollate al torneo di palystation si girano come se avessi sbagliato appartamento e stupite ti salutano: ‘Mammaaaaaa, ciaoooo!!!’ (tipo come mai da queste parti?).
Sì anche io in effetti sono contenta di vedervi.
Ovviamente nessuno si alza, e quindi ti spogli, ti metti in libertà e passi dall’outfit Claire Underwood alla modalità Bridget Jones.
La pizza non è il caso perché l’hanno già mangiata ieri sera.
Sì, ‘avevi preparato le cose ma tanto per il resto abbiamo mangiato da nonna’.
La frutta è marcia perché la merenda è stata fatta al burger king.
Tuo figlio indossa una felpa che non è sua, i cestini sono rimasti a scuola, non indossano le mutande sotto i pantaloni  perché alla fine a che servono, una certa mamma di non mi ricordo che classe ha fatto riferimento a una riunione spostata (o era uno sciopero non sono sicuro) però tanto vabbè poi domani chiedi, il più piccolo ha la tosse catarrosa,  il più grande ha dimenticato di fare i compiti, e quello più grande di tutti, solo all’anagrafe, ha il coraggio di chiederti ‘EHI, COME STAI, MA COS’È STA FACCIA STRANA?’.

LE TRASFERTE DI LAVORO DI LUI.

Amore ti ricordi che domani parto?
Tu stai ripassando gli appuntamenti dal dottore e le feste di compleanno della settimana, compilando a mente la lista della spesa e pensando a cosa fare nel pomeriggio visto che vengono gli amichetti a giocare.
Quindi lo guardi con la faccia esterrefatta che LUI percepisce come ‘oh mio dio mi sono dimenticata!’ ma in realtà vuol dire ‘ma perché continui a chiedermelo ogni volta tanto non fa nessunissima differenza?’ e perciò lui si gira esasperato (LUI!) esclamando ‘no però io veramente non so come devo fare a farti ricordare, ma perchè non riesci a memorizzarlo te l’avevo detto!!!’ (tipo perché è classificato nella scatola NOTIZIE NON RILEVANTI?).
Comunque parte.
I tre giorni vanno lisci come l’olio.
Dai il mercoledì di ferie alla signora delle pulizie perché non c’è bisogno che venga.
Si cena con Billie Holiday di sottofondo disturbata solo dalla chiamata di LUI che si ostina a fare FaceTime solo ad ore pasti.
La sera ti vedi Almodovar in lingua originale seguito da un secondo orgasmo questa volta letterario sulla tua poltrona preferita.
E alla fine ti sembra di essere stata in vacanza.
Lui ti chiama immancabilmente per dirti che torna la sera invece che la mattina perché ‘ha attaccato un altro appuntamento strategico last minute’ e dall’aeroporto manda sempre lo stesso what’s app per dirti la stessa cosa.
‘Amore sono all’aeroporto fra un’oretta ci vediamo che bello!’.
Non hai ancora capito come contano il tempo i maschi.
Cioè l’ora di crociera a 8,000 metri non è neanche lontanamente incastonata tra l’ora taxi-controllo sicurezza-boarding prima e l’ora di disimbarco-navetta-taxi dopo.
Quindi come previsto aggiusti le aspettative dei figli e lui infatti arriva alle 21 invece che alle 19.
I piccoli sono pigiamati, mangiati, lavati e tu hai già in mano il libro dei Miti Greci per la lettura della buona notte. Il sonno si sa, è importante quando c’è scuola.
Entra, adrenalina a manetta, scarpe tirate sapientemente a rigare il muro, uno dei due figli casca e inciampa, pianti, poi baci, abbracci, feste….e per finire la proposta: ‘Ragazzi!!!! Ma sta iniziando X-factor!!! CE LO VEDIAMO?!?’
……
……
Quindi ti guarda, e siccome tu stai zitta tipo sfinge lui esclama:

‘AMORE, COME STAI, MA COS’È STA FACCIA STRANA?’

In sunto. In ogni caso. COME MAI STA FACCIA STRANA.

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