Quando non è mai troppo!

 

Io tutte le volte mi dico che è l’ultima.
E immancabilmente penso che ne potrei fare a meno.
Poi altrettanto invariabilmente cedo, e col senno di poi mi convinco che invece non è mai troppo.

Lo spazio per un ulteriore paio di jeans si trova sempre nell’armadio!

Loro stanno lì, mai in prima fila, mimetizzati tra il resto, come quelle facce amiche che riconosci in mezzo alla folla, silenziosi e pazienti come i saggi, che si portano dietro i loro anni fieri di tutta la vita che c’è passata dentro, e proprio quando ti eri scordata di loro, ti si presentano a sorpresa…li ritrovi come sempre, prevedibili e per questo tanto piacevoli, in un abbraccio che sa di cose già viste, cose già vissute, cose nostre….e anche la peggior giornata in ufficio si trasforma in qualcosa di sopportabile.

I jeans sono I jeans!

Io per esempio se mi chiedessero quanti jeans ho risponderei laconicamente ‘pochi’.
Quelli che servono. Insomma un jeans è come lo slip: c’è perchè ci deve essere ma mica poi uno si mette a contarle le mutande!
E invece no. Cioè tu sei convinta che lo shopping lo fai di altre cose (scarpe, giacche e borse ad esempio le mie manie) e invece a forza di comprarne ‘uno ogni tanto’ negli anni ti ritrovi ad avere una dozzina di esemplari almeno, per stagione si intende, il che li rende a diritto il capo più rappresentato nel tuo guardaroba.

Quello a sigaretta per i tacchi alti e i periodi in cui sei a dieta.
Quello sciancato stile maschile che va  a braccetto con la t-shirt bianca scollo a V e che fa tanto ‘sono appena uscita dalla doccia e ho messo la prima cosa che capita’ ma che smuove più testosterone del Viagra (provate……meglio se con in capelli ancora bagnati).
Quello calato modello combat: che se fosse una canzone sarebbe un rap e se fosse un ballo sarebbe l’hip-hop. Ma che anche se rimanesse zito e muto riuscirebbe a farti prendere bene le domeniche di pioggia a pulire la casa, come infatti fa da sempre!
Quello col cavallo basso. Che chi lo ama definisce ‘alla cavallerizza’ e chi lo odia ‘per incontinenza fecale’. Io personalmente lo amo (come tutte le donne fatte a pera: vita d’ape, fianchi oversize) e quindi anche lui, non può mancare. Perfetto con top e ciabattine d’estate, così come con giacca e tacchi d’inverno, un pass-partout per noi donne ‘mediterranee’, effetto culetto sodo garantito, altro che scarpe da ginnastica push-up!
Quello dal denim vintage, che io ho scelto nella sua versione grigio-nera.
Sì lo so, lo portano le ragazzine smilze e pankabbestia, ma io sono fermamente convinta che negli anni ’80 c’era un certo senso estetico, è tutta questione di saper recuperare gli accessori giusti. E quindi non mi arrendo. Il jeans lavato grigio me lo compro, me lo arrotolo stile capri e ci metto sopra la magliettona di Michael Jackson. No, il mollettone col fiore NO. Non esageriamo. Jeans nero SI. Mollettone col fiore NO. Samantha Fox SI. ‘Siamo donne oltre alle gambe c’è di più’ NO!

E poi c’è lui. L’ultimo arrivato. Che quando l’ho visto sono rimasta folgorata come di fronte alle verità assolute. Sono sempre state lì. Quasi banali. Ma quando ti ci soffermi spalanchi il sorriso e rimani a bocca aperta.

Il mio jeans a zampa d’elefante.
Insomma non serve essere una figlia dei fiori, nè una etno-chic.
Lui è charme puro, con una collana di conchiglie così come una borsetta griffata al braccio.

Perchè alla fine è questo il potere dei nostri cari vecchi amici jeans.

Farci cambiare, e sentire bene, autentiche quanto basta per riconoscerci, ma cangianti come perle per non annoiarci mai.

D’altronde come non pensarci prima.
L’era dei plateaux è quasi agli sgoccioli e non li vogliamo gratificare con un bel pantalone seventies?!?
Detto fatto. Comprati. Messi. Stramessi. Goduti.

Sfoggiati a Ibiza. Con foulard paisley come cintura, canottiera crema sull’abbronzatura dorata, sabot con tacchetto e dulcis in fundo, cappello di paglia a falda larga con tanto di fiore di cui anche io sono riuscita  a sentirmi ‘figlia’ per un giorno!
Che meraviglia…..guardarsi allo specchio e ricordarsi di quel poster in camera di tua zia, che già venti anni fa celebrava un passato fatto di pace & amore, e in cui imperava la più splendida delle bionde seduta su un trono di paglia con schienale a pavone, languendo nel campo di grano più sterminato del mondo e alla luce del tramonto più accecante di tutte.
Te ne vai in giro tutto il giorno da una spiaggia ad un aperitivo e senti che un pò di quella luce la sprigioni anche tu, tanto che lasci la scia, e anche il mondo che se ne accorge.

E’ magico quello che succede quando ti infili un capo appena comprato che ti fa sentire bene.
E’ pura energia positiva quella che si genera. E l’energia positiva è contagiosa, e da dipendenza. Fortunatamente!
C’è qualcosa di chimico che scatta. Oserei dire di ormonale.
L’opposto della discesa agli inferi in piena sindrome pre-mestruale.
La definirei l’ascesa paradisiaca alle potenzialità dell’essere.
Quando ti piaci diventi forte, e bella da guardare. E questo cocktail dà alla testa. E ti rende tutto possibile. Tutto si può fare.
Bisogna dirglielo a quelli che continuano a definire lo shopping una malattia.
Lo shopping non è la malattia. Lo shopping è la cura.
La bellezza può cambiare il mondo. E non c’è niente di superficiale in tutto ciò.
Solo la sconcertante semplicità della verità su noi complicate donne.
Fateci sentire bene nella nostra pelle e sprigioneremo la più travolgente delle forze…..voglio dire, siamo gli essere che creano altra vita…..tutto il resto lo possiamo fare col mignolo sinistro se vogliamo!!

Grazie tredicesimo paio di jeans. Maggiejeans per la precisione!
Grazie zampa d’elefante…..che se ti indosso mi trasformi in farfalla.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Avatar di Emi Emi ha detto:

    Se ne vuoi altri 24 li sto per buittare… Arriva un momento in cui bisogna cedere alla banale evidenza che i jeans tg 26/27 o stai per morire o non ti rientreranno più’.. Se hai qualche cuginetta/nipotina anoressica glieli do volentieri:)))

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