Ragazzi è gravissimo.
Ho completamente perso la testa. E non per un uomo. Per tre!!!!
E non è un post orgiastico.
Fino a ieri ero praticamente autistica.
Non è che riuscissi proprio a contare gli stuzzicadenti appena caduti, però ero la Badessa dell’Ordine e della Perfezione.
Mai una cosa fuori posto. Memoria fotografica di un computer. Memoria numerica di un nerd del MIT. Efficientissima, puntuale, organizzata.
Un caterpillar praticamente.
Ore 7:30 mentre ci prepariamo per andare a lavoro.Lui: ‘Cacchio amore, è finito l’OKI’.
Ore 21:07 mentre la smorfia di dolore dell’emicrania che lo attanaglia dalla mattina lo spinge a RI-aprire il cassetto delle medicine sperando in un miracolo: ‘Oddio amore, ma come hai fatto? Sei riuscita ANCHE a comprarmi l’OKI?’.
ANCHE sta per: siamo andati a lavoro insieme. Giornata orrenda e difficilissima. Sei uscita tardi. Sei andata in palestra. Passata da tua mamma. Tornata a casa. Hai preparato la cena. Quindi come hai fatto ANCHE a rircordarti della farmacia???
Questo una vita fa’.
Poi è successo l’irreparabile. Ora posso affermarlo con certezza.
Quello che è accaduto NON E’ REVERSIBILE. Checchè ne dicano le riviste scientifiche.
Sono rimasta incinta.
Già. Esiste infatti una questione fisiologica che si scatena quando da Prima Donna inizi la trasformazione in Mamma.
Solo che nessuno ti spiega che NON SI TORNA INDIETRO.
E non parlo del sovrappeso, né della cellulite o delle smagliature.
Cioè in realtà parlo delle smagliature.
Ma quelle al cervello!!!
Quando si resta incinte si comincia a produrre una serie di ormoni che si alternano nelle varie fasi e funzioni della gestazione.
Tanti, ma tanti ormoni.
Tanti che neanche il corpo sa bene come gestirli; e infatti all’indomani del parto corre al riparo con tecniche lievemente antisociali per poterne smaltire un pò.
Pianto insensato a dirotto. Urla isteriche. Malinconoia masiniana. Bipolarismo galoppante con kit completo di cambi d’umore.
Ora, ce n’è uno di questi ormoni che si chiama PROLATTINA e che, ci vuole poco, stimola la lattogenesi……è quello che ti trasforma in mucca per intenderci.
E per fare questo si accompagna ad una serie di romanticissimi corollari.
Ad esempio l’ALLENTAMENTO!!!!! Di che cosa? Bah, direi un po’ di tutto.
Vediamo. Vi ricordate che ad un certo punto, intorno al 4-5 mese hanno iniziato a cadervi le cose dalle mani? Oppure di come improvvisamente avete cominciato a scordare delle cose? Oppure ancora, l’effetto che preferisco e che NESSUNA DI NOI CONFESSA. Di come abbiate inziato ad essere refrattarie a qualsiasi tipo di LAVORO INTELLETTUALE????!!!!
Dai, tana libera tutti. Ora i medici hanno detto che è normale quindi non vi nascondete più.
Non siete stupide. (Non da sole almeno. Vuoi mettere che consolazione!)
Le riunioni del mattino diventano impresenziabili tanto dopo 5 minuti disegnate fiorellini sui post-it.
Il vostro capo vi vuole cazziare per una serie di imprecisioni madornali….ma tanto non ci riesce perché non siete mai al vostro posto visto che ogni scusa è buona per alzarsi e andare a fare pipì o prendere un caffè con qualche collega. Azioni entrambi necessarie per la sopravvivenza alla vescica piena e al sonno lancinante.
Semplici report in excel contenenti formule della complessità delle addizioni ad una cifra diventano ostrusi crittogrammi.
E poi la voglia. No vabbè, la voglia di lavorare è pari a quella di un clochard barcollante che canticchia ‘la vita è bella’.
Comunque, è tutto normale.
Praticamente la prolattina tenta di renderci più morbide, più flessuose, ospitali per una nuova fragilissima vita.
Quindi comincia ad ALLENTARE tutto, legamenti ma anche sinapsi.
Svenevoli e Rincoglionite. Non so se è chiaro.
Dal canto suo, anche l’intelletto, si prepara al nido. E cerca di minimizzare lo sforzo relativo ad argomenti che NON SIANO IL NASCITURO.
Quindi ecco l’allergia al telegiornale e alla scrivania.
Il cervello ci sta dicendo che vuole cibarsi solo di informazioni riguardanti il nostro futuro ruolo di mamma, i nostri sentimenti e la vita che verrà.
Toccherebbe starlo a sentire no?!? Io quasi quasi muovo un’istanza a qualche Istituto Europeo del Lavoro contro l’impiego in fase gestazionale.
Scriverò una relazione che intitolerò PREGNANT BRAIN: A DANGER FOR PROFIT AND EFFICIENCY OF YOUR COMPANY!
Detto questo, ecco svelato perché diventiamo morbide e dolci come cioccolatini.
O anche di coccio, smemorate e casiniste. Come al solito dipende da che parte si guarda la medaglia.
Insomma, io credevo di cavarmela con qualche piatto rotto, col ginocchio cedevole verso i nove mesi, e con gli sguardi inorriditi dei super-manager di fronte alla mia impassibilità per i due punti persi di quota di mercato.
E invece a sei mesi dal primo parto ho subodorato il marcio.
Poi diciamo che io c’ho messo il carico da 90. Cioè a 13 mesi di Lorenzo sono rimasta incinta di Federico.
E allora te la cerchi penserete. E infatti avete tutte le ragioni.
D’altronde l’ho dichiarato di aver perso la testa per 3 uomini.
A me le due gravidanze ravvicinate e il terzo figlio pregresso, quello adulto, mio marito insomma, mi hanno convertito in Amelie Poulain.
Una rincoglionita che per terra ha avuto spesso il morale ma mai più, inesorabilmente, i piedi.
Volete sapere com’è iniziata la mia nuova carriera?
Beh, come ogni Prima Donna che si rispetti ho dato il meglio all’esordio. Fuochi d’artificio.
Lorenzo 19 mesi, Federico 6 mesi di gestazione. Primavera.
Partiamo per un ameno week-end in Toscana in occasione del compleanno di una nostra cara amica.
Adesso, per meri fini letterari, sciorinerò la serie di concause che definivano a quel tempo il contesto di questo slabbramento dei miei circuiti nervosi.
Nei precedenti 3 mesi alla gita fuori porta di cui sopra accadono le seguenti cose: decidiamo di abbandonare la solare Ginevra per tornare in Italia, scopriamo di RI-essere incinti, negoziamo con l’azienda un pacchetto di rientro, traslochiamo oltralpe, atterrati a Fiumicino scopriamo di non avere un tetto pronto, prendiamo una mutanda e un sacco a pelo e passiamo un mese nell’appartamento dei suoceri, inseriamo Lorenzo per la prima volta in un asilo, ritraslochiamo nella nuova casa…..e finalmente apriamo le valige per cambiarci le mutande! Tutto questo incinti!
Ma badate bene, ribadisco il mero fine letterario di questa terrificante lista: perché la gravità del misfatto è tale da non concedere attenuanti.
Teste si sieda e giuri di dire la verità, tutta la verità, niente altro che la verità.
Quindi lo giuro.
Io praticamente per il week-end all’insegna del Chianti che non potevo bere, accedo per la prima volta dopo settimane al mio guardaroba, e in uno sprizzo di primadonnite, oltre ai 4 straccetti nel trolley metto anche il mio bauletto delle gioie.
Che dopo l’accaduto ho ribattezzato bauletto dei dolori, altro che gioie.
Ora, capite che vuol dire indossare nuovamente un anello, oltre alla fede, quando con le mani ultimamente hai praticamente solo tolto polvere, aperto scatoloni, fatto bidet e incremato culetti vero? Che ti ci senti tanto strana.
E quindi perché scegli proprio di metterti l’anello di fidanzamento, quello con cui Lui sull’Empire State Building ha singhiozzato la proposta di matrimonio in preda ad un collasso cardiocircolatorio e che tra l’altro, visto che in anni di fidanzamento ha imparato a cogliere benissimo i tuoi martellanti messaggi subliminali, coincide con l’anello dei tuoi sogni????
La risposta è facile. Perché sei appunto una rincoglionita. E come tale cosa fai?
All’epilogo del fine settimana, durante l’ultima abbuffata a base di tartufi, a 2 metri dal fotofinish, mi caschi sull’irreparabile.
Vai in bagno, al ristorante, e per lavarti le mani, te lo togli e lo poggi sul lavandino.
Solo che le mani te le asciughi e l’anello sul lavandino ce lo lasci.
Quando te ne accorgi?
Allo svincolo di Incisa, ergo in coda per il traffico, intrappolata dalle lamiere e dall’asfissiante verità: NON PUOI PIU’ FARE UNA CIPPA.
Cioè ci provi anche a fare la vaga.
Aspetti la sosta merendina di Lorenzo all’autogrill per chiuderti in macchina, cercare il tel del ristorante, chiamare, piangere, implorare.
Ma poi rifletti un cincinino sul fatto che stavi alla SAGRA DEL TARTUFO, non al privè del Billionaire.
In uno di quei posti in cui vai allo stand della PRO LOCO per prenotare e ti lasciano il biglietto della riffa, quello arancione che si taglia a metà, col numeretto piccolo all’angolo, per sederti una volta arrivato il tuo turno. Perché è dalle 11 che si mangia su quelle panche da giardino con le tovaglie di carta, e a turno TUTTI GLI ABITANTI del paese e provincia assaggeranno i pici ai porcini, costasse un pranzo alle 4 del pomeriggio.
Quindi, mia cara, cos’è che cerchiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii????? La valigetta con la vincita al superenalotto che hai distrattamente lasciato accanto al barile della pasta e fagioli??????? Si, certo, aspetta un attimo che guardo se c’è ancora!!!!
Io c’ho messo 3 giorni a confessarlo a mio marito.
Cioè in realtà 3 giorni e 3 notti. Perché mica ho più dormito da quel momento.
Quando gliel’ho detto ho inziato a piangere talmente forte che OVVIAMENTE lui ha cambiato circa 4 colori e smesso di salivare prima di capire, passando dal color bianco del ‘oddio c’ho le corna’, al verde oliva del ‘ma che malattia hai scoperto di avere tesoro?’
Praticamente a racconto finito era sollevato…..(a pensarci bene buona tattica).
Cmq eccomi. La Badessa dell’Ordine e della Perfezione perde l’anello di fidanzamento.
E per tenere la scalata alla Piramide delle Svanite bella viva, da lì ho inanellato una serie continua di casini di cui vi delizio con piccoli, ricercati bocconcini.
Vado a fare la spesa, pago, ripongo bancomat, resti e carte fedeltà, riprendo il passeggino ed esco.
Fino a quando l’urlo SIGNORAAAAA mi fa ricordare di aver, DI NUOVO, lasciato la busta della spesa nel negozio.
Inaugurazione della stagione estiva. Giocheria.
Mi fermo a comprare secchielli e palette prima di sbarcare felicemente sulla spiaggia. L’adrenalina di bimbi e grandi è alle stelle.
Tutti attendono in macchina quest’ultima tappa: l’attesa è insostenibile ma senza non sarebbe la stessa cosa. Un po’ come il conto alla rovescia a Capodanno.
Che vuoi fare i botti senza dieci, nove, otto etc?
Entro, scelgo, faccio la fila e arrivato il mio turno in cassa impallidisco. Oddio il portafogli!! No, non ci credo. Non ho la faccia né il cuore per uscire e dire ai bimbi che non se ne fa più niente. Dico io, se sai che si prova con un orgasmo abortito, come ti viene di incutere la stessa pena a dei poveri innocenti!!!
Eppure c’è poco da fare. Cerco e ricerco in borsa ma non c’è. Dove me lo sono scordato?????
Arresa mi affaccio al finestrino con una delle facce più tristi che ho in repertorio. E dichiaro la sconfitta. NON TROVO IL PORTAFOGLI.
Lui mi guarda in pena. Contratto in volto dalla pietà e dal ribrezzo. E non per la delusione dei piccoli o per l’inutilità della sosta sotto il sole.
No. Ma perchè ‘Vale, il portafogli ce l’hai sotto il braccio!’.
Vado a prendere Lorenzo all’asilo. Con Federico.
Arrivo sempre all’ultimo perché incastrare l’uscita dell’uno con le ninne e la merenda dell’altro è un affare di precisione.
Parcheggio Federico, saluto Lorenzo, lo vesto, giocherelliamo un pò, recupero l’attenzione del piccolo, ripongo ciabatte, acchiappo giacchetti, cappelli, oggetti vari lanciati dall’infante e finalmente esco.
E quanto vorrei tirare dritto quando sento ‘ma di chi è questa borsaaaaaaaaa?????’
Patrizia viene a fare le pulizie da noi da un sacco di tempo. Ormai è una di casa.
Entra come ogni Martedì e Venerdì con le sue chiavi verso le otto.
Poi ci salutiamo durante la catena di montaggio della preparazione mattutina e ognuno inzia il suo lavoro.
Ultimamente prima del Buongiorno ha esordito con ‘Aleeeeee? Chi è che ha lasciato le chiavi attaccate fuori dalla porta tutta la notteeee?’.
Perché anche lei conosce mio marito ormai. E lo sa che testa abbia. E’ per questo che gli si rivolge così diretta, sicura di offrire l’ennesima medaglia alla sua sbadataggine da guinness. Povera ignara che ancora non si spiega perché la porta del bagno si è improvvisamente blindata, con me chiusa dentro, ed Ale da fuori che bussava intimandomi di uscire e guardarlo in faccia.
Queste ultime due sono fresche.
Anzi calde. Perché scottano parecchio.
Sono riuscita a perdere anche lei, CRUCCA LA MUCCA.
Il peluche regalato da MIA MADRE a Lorenzo appena nato, che ha scaldato le culle di entrambi i miei figli e che è divenuto l’unico prediletto compagno di ninne di Federico! Siamo usciti di mattina in orario sonno per delle commissioni e quindi anche Crucca ci ha accompagnato per il pisolino ambulante.
Al risveglio, come al solito, mamma aveva i panni della lavanderia poggiati in bilico sul passeggino, la busta del pane infilata sotto, una mano che direzionava il quattroruote e l’altra che rispondeva alle mail per organizzare le vacanze.
Secondo voi si accorge che Crucca cade fra Via Euripide e via Sofocle? La risposta è no.
E secondo voi esiste qualcuno che invece di adagiarla a bordo marciapiede una mucchetta da bambino se la raccatta e porta via? La risposta è sì.
Ora sono tutti preoccupati di come Kiko potrà mai dormire.
Senza accorgersi che KIKO STA GIA’ DORMENDO appunto. Cioè morto un papa se ne fa un altro. Per lui non è quello il problema.
Sono io che proprio non ce la faccio a dirle addio. Io di papa volevo proprio quello. Era simbolico. Un regalo di mia madre. Usato da tutti e due i miei figli!
A me Ratzinger non mi piace. Ma perché non può tornare Woitila!!!!!!
E infine, per rimanere in tema di vacanze.
Cheppalle quest’anno niente vacanze! Uffa però.
Ci vorrebbe proprio un po’ di sole, mare, libertà e buona compagnia.
E come per magia non ti salta fuori la comitiva perfetta, il posto perfetto e nel periodo perfetto?
Da non crederci. Cotta e mangiata, l’idea nata per caso tra una chiacchiera e l’altra al parco, diventa realtà.
E in soli 7 giorni di telefonate, ricerche su internet, andirivieni in agenzia, cene di consultazione, messaggi e mail urbi et orbi, confezioniamo l’ESTATE PERFETTA!
Fantastico. Sono eccitatissima. Ma soprattutto felice.
Praticamente respiro quell’atmosfera radiosa e inaspettata delle mattine OGGI NIENTE SCUOLA!
Non sto nella pelle. Partono voli pindarici sulle avventure del viaggio, sull’assortimento del gruppo e le gag da villaggio vacanze.
Ahaha, che ridere. Sarà un successo. Mi sento anche un pò orgogliosa del mio piglio da leader.
Nonostante i bimbi sono riuscita a fare le dovute ricerche, mettere insieme le esigenze di quattro famiglie, riassumerle e usarle come machete per la selezione naturale di tutte le opzioni trovate. Che brava!
Stasera mi godo una bella cenetta a casa della mia amica Ilaria e le racconto di questa fantastica novità.
Non senza continuare a messaggiare ogni tanto con tutta l’allegra combriccola, che in preda alla contentezza proprio non riesce a smettere di fare battute sulla settimana di completo divertimento che ci aspetta. Che simpatiche canaglie!
Non riesco a smettere di pensarci neanche mentre rientro a casa dalla cena.
Ore 00:45 sulla Colombo. La radio va, la strada anche, al contrario di questo sorriso stampato sulla faccia che invece non ne vuole sapere di volare via.
25 Agosto – 1 Settembre. Sarà una settimana da sballo.
25 Agosto – 1 Settembre. Che ridere. Festeggeremo anche l’anniversario del nostro matrimonio in vacanza.
25 Agosto – 1 Settembre. Matrimonio. 25 Agosto – 1 Settembre. Matrimonio. 25 Agosto – 1 Settembre. Matrimonio.
Per poco non vado a rimpinguare la lista degli schiantati contro i pini dell’arteria marittima di Roma.
Ho rischiato la vita.
NOI IL PRIMO SETTEMBRE SIAMO A CAPRI. PER IL MATRIMONIO NON DI AMICI. PRATICAMENTE DEI NOSTRI FRATELLI.
Ma voi Vi rendete conto che detonata?
Durante il resto del percorso fino a casa ho semplicemente mantenuto gol occhi sbarrati, fissi nel buio della carreggiata.
Un pò per evitare ulteriori sbandate. Un pò per digerire il boccone ostico alla masticazione.
MA QUALE VACANZA? MA COME SI FA AD ALZARE TUTTO STO TEATRINO E ORGANIZZARE UNA SPEDIZIONE OLTREMARE PROPRIO NELL’UNICA SETTIMANA IN CUI SI HA UN APPUNTAMENTO IMPROROGABILE?????
Quando sono arrivata non ce l’ho fatta, ho ceduto all’incontinenza linguistica. Ho svegliato mio marito in piena notte.
Non potevo non confessare l’inconfessabile. Che lui forse sì, è uno stordito DOC, certificato alla nascita, ma che da oggi ha accanto la più grande convertita a rimbambita di tutti i tempi.
Ammazza che coppia ragazzi.
C’è da temere per l’incolumità dei nostri figli.
Forse c’è un lato buono in tutto questo.
Una terapeutica perdita del controllo.
Che mi aiuterà a calare la maschera della perfezione e ad essere semplicemente un po’ più umana, un po’ più vera.
Da caterpillar a farfalla lasciando via via tutti i pezzi di un’armatura nata per proteggermi e finita per zavorrarmi.
Forse è così.
Forse devo cedere a questa irresistibile leggerezza dell’essere e godere di ogni buca presa.
Magari sarà vero che il viaggio diventerà un po’ più tortuoso ma estremamente più divertente.
Sì. Sarà così.
Poi il giorno che metterò in tavola un OKI, perderò TUTTE le chiavi della macchina, troveremo dei pankabestia che okkupano il letto visto che la porta era aperta, e che alle nove di sera proprio non riuscirò a ricordare cos’è che dovevo fare nel primo pomeriggio, ma vabbè meglio non pensarci troppo, tanto poi verrà da solo….CAZZO MIO FIGLIO ALL’ASILO!!!!……allora sì, quel giorno, voglio proprio vedere chi si diverte!